Studiare design del prodotto a Venezia: l’esperienza di Nicola

Nicola studia Design del Prodotto e della Comunicazione Visiva – curriculum Disegno Industriale del Prodotto – all’Università IUAV di Venezia. E’ al secondo e ultimo anno della magistrale, che lo ha portato a spostarsi dalla sua città, Ferrara, alla Serenissima.

Perché hai deciso di studiare a Venezia?

Dal punto di vista universitario, ciò che mi attirava era l’immagine che avevo dello IUAV, un’università con una biblioteca immensa e tante sedi sparpagliate per la città. Soprattutto, mi affascinava la concezione umanistica della scuola di design. Qui tanti corsi sono pensati specificatamente per il medicale, si progettano dispositivi per persone in difficoltà o sistemi di trasporto sostenibili. Ad esempio, in un corso ho progettato un mezzo di trasporto per la consegna di pacchi con guida autonoma, pensato per ottimizzare il lavoro del fattorino. Ancora, ho amici che hanno progettato dispositivi per migliorare l’igiene orale degli anziani.
Tutto questo mi attirava e in gran parte le mie aspettative sono state incontrate. Per certi aspetti però sono stato deluso.

Come mai?

Lo IUAV è piuttosto disorganizzato, almeno per i corsi di design. Tanti professori a mio avviso non sono all’altezza del loro ruolo, così come alcuni insegnanti di laboratorio e dunque alcuni corsi non mi sono piaciuti.

La disorganizzazione ti è pesata molto?

Sì, soprattutto quando ho iniziato le pratiche per il mio scambio all’estero. La segreteria internazionale non mi ha supportato quanto avrei sperato e non è stata per niente mediatrice con l’università partner. Per tante cose mi sono dovuto arrangiare e non è stato sempre facile, anzi!

Ci sono tante opportunità di scambio?

Per la mia facoltà molte, se studi architettura tantissime. Puoi spostarti facilmente anche fuori dall’Europa. Abbiamo tante sedi in Germania, in Sud America, uno scambio con Taiwan. Purtroppo pochi con il Nord Europa.

Non è strano che abbiate pochi accordi con le università del Nord quando il design scandinavo è uno dei più apprezzati e influenti al mondo?

Per certi versi hai ragione, ma devi considerare che la nostra università ha un taglio molto specifico. Inoltre, il design scandinavo è focalizzato sulla mobilia, cosa che allo IUAV non si fa.

Ci sono studenti stranieri?

Sì, ce ne sono parecchi. Lo IUAV accoglie tanti studenti internazionali ed è comune avere stanieri in corso. Inoltre qui a Venezia c’è anche l’università Ca’ Foscari, che ha tanti corsi di lingua e quindi attira studenti da tutto il mondo. Per loro sicuramente è affascinante venire a studiare in una città famosa e unica come Venezia. Io stesso l’ho scelta fra altre anche in base alla sua bellezza.

Venezia è una città piena di studenti: i veneziani convivono tranquillamente con questa cosa?
In realtà è difficile incontrare dei veneziani, se non nei negozi e negli uffici. I vicini di casa di uno studente spesso sono altri studenti, dunque non è scontato avere a che fare con la gente del posto. In ogni caso, il veneziano medio è ormai abituato a vivere in una città di persone di passaggio ed eventualmente si lamenta di più dei turisti.

Dal punto di vista della ricerca lavoro? L’università ti aiuta?

Abbastanza, ho amici che si sono rivolti all’università per avere un aiuto e sono stati sufficientemente supportati. Ciò che capita spesso è che si abbia l’opportunità di fare uno stage negli studi privati dei professori. Bisogna comunque considerare che a Venezia centro non c’è tanto impiego in questo settore.

Quindi se uno studente viene a studiare a Venezia e si innamora della città, non è detto che possa restare qui a lavorare?

Purtroppo non è scontato, ma direi che è anche difficile innamorarsi di Venezia al punto di voler restare qui a vivere anche dopo la laurea. Venezia è logorante per certi aspetti. La logistica, i ritmi che ti impone, il costo degli affitti e le case… io personalmente non vorrei restarci a vivere e mi stupirei se tanti studenti volessero stabilirsi qui. Vivere a Venezia è un’esperienza incredibile, sono contento di essere venuto qui e lo rifarei. Ma va bene per 3, 4 o al massimo 5 anni di università. Oltre questo periodo diventa troppo stancante, direi sfiancante.

C’è un processo di selezione per essere ammessi al corso di laurea?

Per accedere alla magistrale bisogna sostenere un colloquio orale con consegna del proprio portfolio, che deve contenere i lavori della triennale o quelli extra universitari. Il colloquio è molto breve, dura 10/15 minuti. Ti chiedono cosa hai studiato, cosa leggi, dove ti informi, cosa hai pensato per lo sviluppo di un determinato progetto mostrato nel portfolio. Non c’è una preparazione specifica per il test, ma sicuramente devi mostrarti informato. Il design è un ambito in cui è necessario continuare a leggere e restare al passo.

Quindi una persona che non ha mai fatto design ma che, ad esempio, viene da una triennale in economia, ha poche chance di essere ammesso alla magistrale.

So che non è impensabile ma è sicuramente difficile. Alcune persone studiano design in magistrale a seguito di una triennale in architettura ma anche loro hanno tante lacune. Effettivamente, le persone che conosco qui alla magistrale che vengono da un altro percorso sono tutte laureate in architettura, arti visive o simili.

Quali sono gli aspetti positivi dell’università? Cosa ti ha fatto dire “meno male sono venuto qui”?

Lasciando stare i motivi legati alla città in sé, che comunque sono numerosi, all’università IUAV ho conosciuto studenti molto in gamba da cui ho imparato tantissimo. Credo che soprattutto negli ultimi anni di studio di questa disciplina l’apprendimento sia quasi stimolato più spesso dai compagni che dai professori. Inoltre ho avuto insegnanti ottimi, mi ritengo fortunato sotto questo aspetto.

Cosa invece ti ha fatto pensare “cosa me l’ha fatto fare”?

Mi è capitato di avere qualche insegnante e laboratorio deludente, a volte avrei sperato in qualcosa di più.

Ho visto in una foto su Google una sala dello IUAV con una sfilza di computer Mac sui tavoli. Mi sembra siate ben attrezzati!

C’è un’aula multimediale che vanta una serie di Mac 15 pollici, non recentissimi ma ben performanti di sicuro. In ogni caso non sono molto usati in quanto tutti gli studenti possiedono un computer proprio. A questo proposito voglio sottolineare che non ha senso studiare design se non si possiede un computer e se non è almeno sufficientemente performante. Tra le spese universitarie è necessario mettere in conto un computer di proprietà buono.

Bisogna per forza avere un Mac per fare design?

Assolutamente no, sfatiamo questo mito. Io ho due computer e nessuno dei due è Apple. Sono sicuramente ottimi computer ma non sono imprescindibili.

L’Università mette a disposizione strumenti specifici per lavorare, come il pacchetto Adobe?

In alcuni casi sì, ma più spesso mi capita di scaricare software che danno una licenza apposta per studenti universitari e dunque li ottengo per concessione della software house, non grazie ad un acquisto dell’università. Sicuramente non è possibile lavorare senza il pacchetto Adobe, che bisogna acquistare autonomamente.

Ci sono degli studentati? Come sono?

Gli studentati ci sono ma sono lontani dalle sedi IUAV e questo vuol dire che sono scomodi considerando che a Venezia la logistica è sempre un problema. Inoltre hanno solo camere doppie, cosa che al tempo mi aveva dissuaso dal fare domanda. La maggior parte degli studenti infatti abita in case private.

Se dovessi ripensare ad un grande errore che hai fatto nella tua carriera universitaria e quindi dovessi dare un consiglio su qualcosa da fare o non fare assolutamente?

Quando ho iniziato la magistrale arrivavo da 6 mesi di lavoro su una tesi progettuale e quindi mi ero disabituato a studiare da zero per un progetto in nuovo ambito. Ill primo laboratorio qui allo IUAV l’ho conseguentemente impostato molto male. Una cosa importante nelle attività di progetto è dare forma alle cose in maniera visiva e non solo concettuale. Non bisogna solo parlare ma anche raffigurare, che è un altro modo di pensare. Io non ero più abituato a farlo e alla fine ho avuto risultati deludenti. Disegnare tanto e pensare in modo multimediale è fondamentale.

Mi pare di capire che sei soddisfatto fino ad un certo punto della tua scelta. Cosa avresti fatto altrimenti?

Sarei andato direttamente a lavorare, che non è impensabile. Non esiste un albo dei designer e non vieni assunto perché hai un titolo. Vieni assunto perché sai fare determinate cose in una certa maniera e saper fare quelle cose in quella maniera lo si impara anche lavorando.

Un messaggio finale per i futuri studenti?

Lo IUAV ha un orientamento molto specifico e dunque può non piacere: pensateci con la dovuta attenzione prima di iscrivervi. Andate all’ateneo, cercate di parlare con i professori, informatevi. Se pensate che lo IUAV faccia al caso vostro… venite serenamente! Venezia è una città bellissima che offre tanti stimoli e lo IUAV stesso offre tante opportunità che è bello cogliere. In bocca al lupo!