Studiare lingue a Venezia: l’esperienza di Gaia

 

Gaia ha frequentato il corso di Laurea in Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’Africa mediterranea – curriculum Cina – presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Un corso molto conosciuto nell’ambito, così come l’ottima università che si classifica fra le migliori 150 per lingue moderne secondo il World University Rankings di QS.
Gaia ha deciso di raccontarsi e condividere la sua esperienza: chissà che leggendo la sua storia non vi innamoriate anche voi della cultura cinese e decidiate di studiare Lingue a Venezia!

Come hai scoperto questa tua passione per il cinese?

In realtà fin da piccolina il mio sogno era quello di diventare veterinaria! Poi è successo che, in quinta superiore, ho “dovuto” frequentare un corso di lingua e cultura cinese. E niente, mi sono innamorata. Inizialmente conoscevo solo gli stereotipi: grande muraglia, tè, kung fu. Poi, grazie alle lezioni, mi sono piano piano appassionata, ho cominciato a leggere libri di approfondimento e a scoprire un mondo nuovo. Così ho trasformato ciò che è nato come un colpo di fulmine in una storia d’amore.

 

Cosa ti ha portato a scegliere Ca’ Foscari?

È un’università molto conosciuta e il corso di Lingue Orientali (come viene comunemente chiamato) gode di un’ottima fama in tutta Italia. Inoltre una mia amica la frequentava quando io ancora ero al liceo: i suoi racconti e il suo entusiasmo mi hanno definitivamente convinta. Ho scelto questo corso anche in base alle materie insegnate: non si focalizza solamente sulla lingua cinese, ma approfondisce anche le tradizioni e la cultura da cui la lingua stessa deriva. Solo conoscendo la cultura di un popolo puoi arrivare a comprenderlo davvero a fondo.

 

Le aspettative sono state soddisfatte?

Direi pienamente soddisfatte. Confrontandomi con compagni provenienti da altre università mi sono resa conto che la preparazione che il corso di Ca’ Foscari ti dà è veramente ottima. La qualità dell’insegnamento è elevata, inoltre l’opportunità di avere docenti madrelingua fa davvero la differenza. In altre università, non avendo la medesima opportunità, si ritrovano davvero svantaggiati. Inoltre, uscire dall’aula e ritrovarsi fra le vie di Venezia, senza auto a cui prestare attenzione, ammirando magnifici palazzi storici… non ha prezzo!

 

Ma facciamo un passo indietro. Cosa ci puoi dire del test d’ingresso?

Ho comprato dei libri piuttosto generici per avere una base di inglese, logica, matematica base e comprensione del testo. Le maggior parte delle domande erano piuttosto generali, probabilmente allineate con la maggior parte dei test d’ingresso delle università italiane. Ce n’erano alcune più specifiche relative al curriculum scelto (nel mio caso la Cina), in cui chiedevano alcune caratteristiche del paese d’origine della lingua scelta, ma nulla di approfondito.

 

Ci sono opportunità di scambio all’estero?

Per il curriculum Cina decisamente sì, sia l’università che lo stesso governo cinese garantiscono ottime opportunità. Ca’ Foscari propone due bandi all’anno a cui fare domanda, anche se il supporto economico è purtroppo limitato ad una quota del biglietto aereo e poco altro. Il grande vantaggio è rappresentato dal fatto che le tasse universitarie vengono pagate solamente in Ca’ Foscari e non nell’università ospitante.
Il governo cinese, pur non offrendo un contributo per il biglietto aereo, fornisce un contributo mensile che permette non solo di vivere ma anche di viaggiare durante il soggiorno sul territorio cinese. Inoltre il numero di borse di studio messe a disposizione è piuttosto elevato: chi è davvero intenzionato a partecipare a questo programma governativo ha ottime chance di ottenere un posto.

Finora tante cose positive, ma se dovessi fare una critica a Ca’ Foscari?

Una cosa che mi ha colpito negativamente è stata l’insegnamento dell’inglese. All’interno del percorso di studi l’università propone un corso di inglese su cultura e relazioni interculturali, insieme ad un corso di grammatica non particolarmente avanzato. Purtroppo il corso viene attivato solo per il primo anno, mentre il secondo e il terzo sono esclusivamente dedicati all’apprendimento delle lingue orientali. Infatti, oltre al cinese, al secondo anno l’inglese lascia spazio ad una seconda lingua orientale, che nel mio caso era il persiano: una lingua molto affascinante, ma di cui mi ricordo poco. Proseguire con l’inglese sarebbe probabilmente più utile anche da un punto di vista non accademico: è una lingua che apre molte porte in tutti gli ambiti.

 

Una cosa che ti senti di consigliare ai futuri studenti?

Approfittate delle opportunità di scambio all’estero! Rappresentano un’occasione accessibile di conoscere la cultura e le usanze di un Paese, senza contare la chance di migliorare la conoscenza della lingua locale. Inoltre l’incontro di numerosi studenti internazionali permette anche di mantenere allenato il proprio inglese.